La NUOVA COMPAGNIA TEATRALE con ” L’AMICO DI PAPA’ “ – Sabato 13/02/2010 ore 21,00

Commedia in tre atti di Eduardo Scarpetta
Regia di Enzo Rapisarda

Protagonisti della storia sono Liborio, padre di famiglia all’ apparenza integerrimo e Felice, il figlio di un suo vecchio amico ricco ma defunto, magistralmente interpretato da Enzo Rapisarda. Felice, grato a Liborio per l’ amicizia dimostrata alla sua famiglia, cerca di rendersi utile, di dare consigli, per restituire i favori ricevuti dal padre e dal nonno cieco ma finirà solamente per creare una serie di danni al povero Liborio ed alla sua famiglia. Non solo Felice è uno sprovveduto combina guai ma il suo attuale stato d’animo – è a lutto per la perdita del padre – lo confina in uno spazio carico di negatività. Tant’è che tutti i personaggi, chi più e chi meno, avranno a che fare con lui e subiranno delle disgrazie,…

a loro dire, provocate dalla jella che Felice porta con sé. La trama si dipana aprendosi subito scoppiettante per l’arrivo in casa di Liborio di Felice Sciosciammocca ma già nel nominare il nome di Felice si capisce che ne succederanno di tutti i colori. Marietta, la figlia di Liborio, vuole sposare Ernesto del quale è innamorata ma il padre desidera un buon partito e la vorrebbe sposa di Felice; Luisella si finge zitella per poter lavorare in casa di Liborio mentre è maritata con Ciccillo che a sua volta si finge aggiustatore di orologi a pendola per poter entrare in casa di Liborio e stare con la moglie; Angiolina, consorte di Liborio, nota la mancanza di dimostrazioni di affetto da parte del marito e grazie all’intervento guastafeste di Felice scopre la tresca che il marito tiene con Bettina, una ragazza conosciuta casualmente in una trattoria. Questi fatti possono far pensare che “L’amico di papà” sia soltanto una delle tante commedie degli equivoci, invece è qualcosa di più. È una straordinaria farsa che diventa esilarante fin dall’entrata in scena di Felice, con vere e proprie gags continue e inaspettate. Basti sapere che il finale è costituito da tre colpi di scena dove Felice ed il Becchino la faranno da padroni. Tutti resteranno contusi o feriti nell’amor proprio e solo la speranza che Felice lasci per sempre la loro casa potrà fare sperare in un domani più “fortunato”.

Scenografie, costumi, ritmi veloci ed interpretazioni impeccabili fanno della regia dello stesso Rapisarda un altro successo per i maggiori teatri d’Italia dopo i già rappresentati “Miseria e Nobiltà”, “Tre pecore viziose”, “Due mariti imbroglioni”, “Un Turco Napoletano”, “I nipoti del Sindaco” e “Il medico dei pazzi”.

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